La sfilata dell’orgoglio, in programma il 10 giugno nella capitale, non avrà più il benestare dell’aministrazione regionale del Lazio.
Il Pride di Roma non sarà più appoggiato dal Lazio. Un dietrofront, quello dell’amministrazione regionale, sul patrocinio, inizialmente concesso, alla sfilata dell’orgoglio Lgbtqi+. L’evento è in programma il prossimo 10 giugno. La giunta regionale, guidata da Francesco Rocca, ha confermato il suo “impegno sui diritti civili” ma non vuole “né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto“.
La polemica sul patrocinio
Il fatto stesso che fosse stato concesso il patrocinio al Pride di Roma aveva generato, a suo tempo, numerose polemiche. “Ci chiediamo se il centrodestra non sia in preda ad una schizofrenia“, aveva commentato il portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, Jacopo Coghe. Il sito della manifestazione, però, continuerà ad esporre il logo della regione Lazio. A confermarlo è Mario Colamarino, portavoce del Pride e presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, che ha dichiarato: “Apprezziamo che la Regione abbia deciso di sottrarsi alla trappola dei pregiudizi ideologici, prendendo di fatto le distanze politiche da quanti in Parlamento in questi giorni vorrebbero rendere la nascita delle nostre figlie e dei nostri figli reato universale, perseguendo la gestazione per altri anche se realizzata all’estero. Siamo ormai alla farsa ‘Pro Vita ordina e la politica esegue'”.